martedì 9 dicembre 2014

Un tranquillo week end pieno di colloquio

Martin Saltapescatore aveva passato tutta la mattina teso per il colloquio; per calmare un po' i nervi aveva bevuto quarantatrè caffè neri doppi lunghi in tazza grande, ma non era servito a un granchè perchè si sentiva ancora tutto un fascio di nervi. Alle 11 meno tre minuti varcò l'enorme portone d'ingresso della Chevychaseinunnataleesplosivo Enterpraises Incorporated Magagalattic Supercazzolated (conosciuta in tutto il globo come C.E.I.M.S. o anche come Ceims Din) e si diresse verso l'enorme bancone della reception. Guardò in su ed osservò la faccia da sorcio del portiere cinque metri più in alto (il bancone era veramente enorme). Dopo qualche secondo di silenzio la voce stridula del sorcio/portiere squittì un timido -cazzo vuoi?-
-Io avrei un colloquio di lavoro col signor GaiusBaltar Delletrevenezie alle 11 in punto... se così compiace a vossia, messer portiere del casato del sorcio infiltrato - Martin aggiunse queste ultime parole in un secondo momento, quando gli sovvennero le regole della buona educazione cavalleresca che aveva imparato dai suoi istitutori sin dalla più tenera età (24 anni).
-Me cojoni- fu la risposta ferma e immediata del Lord coi baffetti appuntiti assiso sul quell'alto scranno receptionistico, seguita poi da esaudienti spiegazioni -vadi per di lì, 74º piano, settecentoventottodecima porta a caso-
Martin, leggermente perplesso, tentò di chiedere alcune ulteriori delucidazioni -Mi scusi, non ho capi...-
 -Nun me devi da rompe li cojoni!- e sua grazia a guisa di pantegana riprese a leggere il giornale di gossip da cui aveva staccato lo sguardo per interloquire col nostro protagonista.
-Molto bene, allora proseguo- e così Martin si lasciò alle spalle quel simpatico banco informazioni (che adesso da lontano sembrava alto normale) e raggiunto l'ascensore, che partiva dal 73º piano, raggiunse il 74º in un batter di ciglia. Dopo un po' di bighellonamento a casaccio la sua attenzione fu catturata da una targa posta su una porta blindata che diceva "GaiusBaltar Delletrevenezie direttore megagalatticherrimo di questo posto. Si prega di bussare prima di scassinare la serratura".
Il Saltapescatore si guardò in giro nella speranza che passasse qualcuno a cui chiedere il significato di quella dicitura; era molto emozionato dalla prospettiva di ottenere quel posto di lavoro e non voleva rovinare tutto per un inezia. Purtroppo non passò nessuno a parte duemilaquattrocento impiegati che seguivano un mezzo capetto con fare molto lecchinesco. Non li volle scomodare e non chiese nulla ma ebbe un intuizione folgorante e sfondò la porta con una poderosa spallata (si sfondò anche la spalla in realtà ma fece finta di nulla per mantenere un dignitoso contegno). SCRACK, , il Martin ti carambola nell'enorme uffico ruzzolando sul pavimento accompagnato da numerose schegge d'ebano appartenute alla porta in noce, fino a sbattere sotto la scrivania dell'alto papavero.
- Oh, buongiorno. Lei deve essere il sign. Schivaapicoltore; la stavo aspettando-
- Veramente sarebbe Saltapescatore; comunque sì, sono io -  e dopo essersi alzato e scassato di dosse la povere e le schegge di legno tese la mano all'austera persona che avrebbe deciso del suo futuro lavorativo. Quello contraccambiò con una stretta decisa. - Piacere, io sono mister Delletrevenezie, ma lei può chiamarmi esattamente così come le ho appena detto; ma veniamo al sodo, mi racconti un po' del suo curriculumvite-
- Bene allora; immaginando che avrebbe gradito una dettagliat...- Martin fu interrotto da una squassante e fragorosa risata sguaiata; era il pezszo da novanta che si stava sbellicando davanti a lui, tenedosi la pancia da tanto ridere.
- Mi scusi, ho detto qualcosa che non andava? -
- Ah ah ah... Gradito...gradito...ah ah ah, che parola assurda e ilare... ah ah ah...- e giù a ridere sempre più forte
- Mi scusi, io non capisco... è un semplice participio passato del verbo gradi...-
- AH AH AH AH... Participio! Participio! Questa è esilarante! AH AH AH AH AH AH...-
Il signor delletrevenezie adesso piegato sulla scrivania a ridere come non ci fosse un domani, Martin restò qualche secondo basito, poi la decisione risoluta si fece avanti nella sua espressione; si alzò di scatto dalla sedia, estrasse due colt gemelle dalle fondine sotto il completo elegante e le puntò entrambe dritte al petto del ridanciano datore di lavoro.
- Adesso basta ridere!- BLAM! BLAM! Entrambe le bocche fecero fuoco simultaneamente colpendo in pieno petto il disgraziato parruccone che fu catapultato all'indietro dall'impatto dei proiettili e sfondò la vetrata alle sue spalle (che era antisfondamento dall'esterno) e precipitò per i milleseicentoquaranaquindici piani del grattacielo che aveva costruito suo nonno e il nonno di suo nonno prima di lui, sempre continuando a ridere.
- Fanculo; adesso questa è la mia impresa - disse ad alta voce Martin mentre prendeva possesso della poltrona padronale Ikea in sconto al 30%. Poi si accese un pregiato sigaro di cioccolato e tiranto una voluttuosa boccata mise dito all'interfono. Dall'altro capo una voce gracchiante e alquanto seccata buttò fuori -sì, capo?-
- Portami un caffè ristretto macchiato dolce con tanta panna in tazzina, sorcio di merda!... E spiegami un po' che facciamo qui, se così ti compiace! -

FINE

Gerundiando in una giornata qualsiasi

Buongiorno, oggi prenderemo in esame un argomento semplice ma che potrebbe cambiare la nostra scialba vita per sempre (attenzione; non ho detto in meglio). Avete mai pensato alle molteplici applicazioni verbali del gerundio e di quanto potrebbe semplificarci la comunicazione se usato in maniera arguta? Noo??? Infatti, anche se tutto ciò essendo fantastico, oggi è meglio sparare un ennesimo racconto zombie che tanto...
Facevo il truffatore tuttofare da una vita, prima di imbattermi in Chostan Chase, lo sbirro che mi arrestò rovinandomi la carriera. E salvandomi la vita. Perchè quando scattò l'apocalisse zombie, i putridi risorti non entrarono nella prigione federale del uisconsin ove mi trovabbi. Probabilmente avevano paura di essere arrestati. Comunque le guardie erano tutte uscite a capire cosa succedendo e probabilmente morendo. Io e i miei compagni di sventura riuscimmo ad aprire le serrature delle celle e ad armarci di tutto punto attingendo dalla scorta di armi del fu sceriffo William Tucston, poi fummo pronti ad uscire e a farci strada a colpi di shotgun fino alla Jeeppippa più vicina e a fugare alla velocità della luce verso il primo avamposto di sopravvissuti. Grosso errore....
CAZZATE CAZZATE CAZZATE! IMPUBBLICABILE! ANCHE PER QUESTO BLOG! MI OPPONGO CENSURANDO!!!

lunedì 25 agosto 2014

Gente che explode a casaccio

- Il Signor Pidgeon Pidgeonis, noto investigatore privato belgioso (non francioso), risolse brillantemente l'ultimo caso su cui stava lavorando, poi esplose.

- Alfredo Maggiordomodibatman stava riponendo l'ultimo piatto nel lavabo, con la solita cura certosina, quando la sua curiosità fu attratta da un piccolissimo insetto che si stava calando dalla mensola sopra la sua testa. Allungò dunque il collo per osservarlo più da vicino e con enorme sorpresa vide che si trattava di un insetto meccanico, con telecamera incorporata; di certo l'ultimo ritrovato di Mario Jokernemicodibatman per carpire i segreti del suo principale, pensò Alfredo. Stava così per andare ad avvisare il suo datore di lavoro, sign. Bruco Inrealtàsonoiobatman, quando inavvertitamente esplose.

-  "Maccheccazzononvisento" proruppe il sergente maggiore Hartman, rivolto al pidocchioso gruppo di reclute giunte da pochi giorni al campo di addestramento di Parris Island, poi esplose.

-  Utrix Pidgedagleg, del pianeta E4trisghtk  impostò il navigatore automatico sulla rotta della galassia delle anguille, per andare a conoscere il suo contatto al bar intergalattico conosciuto come "la tana del Pruiogvjndj". Se tutto fosse andato come previsto, al termine di quell'ultima missione sarebbe stato così ricco da potersi ritirare a vita privata e addio a tutta quella merda imperiale e governativa, ai viaggi nelle proto-atmosfere per consegnare pochi grammi di Srighgj e ai rifornimenti illegali sui maledetti pianeti dell'anello di Gugojd.
Quindici ore dopo la Centennium Aquilon, una vecchia navetta imperiale rimessa a nuovo con parti illegali da un astromeccanico di Xujrfioei, si appoggiava delicatamente al suolo, permettendo al suo pilota di scendere. Utrix si guardò attorno con fare sospettoso, poi iniziò a camminare in direzione della Tana, purtroppo per lui però poco dopo esplose.

-  Il Magnifico Rettore aveva appena terminato il colloquio con l'avvocato Maronno Intoccabilis; il piano era ormai pronto e il mondo sarebbe stato presto in mano sua, non fosse stato per il fatto che esplose.

- Gigildo Improbabile tirò su il più magnifico esemplare di trota salmonata della sua vita, avrà avuto almeno 700 mila tonnellate di lunghezza, poi esplose.

- Sir Necstueivo  Incomingus tentò (invano) di estrarre la leggendaria spada dalla roccia, poi esplose.


Era da tanto che non scrivevo una cazzata così (ed eravate tutti più contenterrimi di sicuro, lo so). yeah!



domenica 6 luglio 2014

Superbol al vetriolo

Cari amici, gentili amiche; è con rammaricata serenità che voglio darvi una forse interpretabile notizia: sto per scrivere l'ennesima troiata. Ebbene sì, oggi vi voglio narrare di quando, diversi anni fa oramai, facevo il cronista sportivo...
Mi trovando alla stadio per la consueta telecronaca della finalissima del Superbol di macchiavelli/tresette che si tiene ogni 4 (sette) anni nel supercomplesso sportivo "Osteria al Cane Lercio" di via Barembaus a Divača (NY). I 4 finalisti entrarono dalle porticine laterali e si sedettero alle postazioni allestite per l'occasione con copioso dispendio di danaro pubblico; un tavolaccio di legno grezzo macchiato di Terrano d.o.c. e 4 sedie di legno massello un po' sbilenche (una era di Ikea).  Giovinciano Sgalambrosio, Manlio Scalalapietra, Fredonio Sputacchione e Lele Mazzacapra; Questi i nomi degli agguerritissimi concorrenti alla palma di "miglior smazzacarte" di tutto il triveneto niuiorchese. Inizia la prima mano a Macchiavelli (useremo un po' di presente storico);Fredonio  inanella da subito una sequela notevole di tris e scale come non ci fosse un domani mettendo gli altri alle strette, dopo poche mani sta per chiudere; ha le ultime due carte in mano mentre gli avversari hanno ancora quasi  tutta l'apertura sul groppone ma inaspettatamente Giovinciano, che gioca di mano subito prima dello Sputacchione, riesce a mettere in tavola tutte le sue tredici carte. Inizia ad esulta alla faccia di Fredonio, che ha un principio di infarto, poi sale sul tavolaccio e inizia ad urlare in faccia ai tre avversari "SUUUUUCA" accompagnando il tutto con gesti poco consulti per un salotto regale ma perfetti per la cornice del torneo in atto. Qualcuno cerca di blandire il suo entusiasmo ricordandogli che ha vinto solo la prima mano e che la sfida è ancora lunga, ma lui se ne frega e come preso da un'inarrestabile frenesia da vittoria compulsiva bilaterale si cala i pantaloni e si batte le chiappe con la mano in segno di scherno verso tutto e tutti.
E fu proprio a questo punto che accadde il fattaccio che il mondo ricorda come "l'attacco dei robottoni giganti malefici"; un attacco di robottoni giganti malefici. Erano alti come grattacieli e distruggevano qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Io e gli altri ragazzi del team dei telecronisti, che in realtà eravamo una squadra super segreta di difensori della terra, scendemmo subito nella base segreta costruita proprio sotto al "Cane  Lercio" ed entrammo nei super robbottoni giganti buoni per dar vita alla più grande battaglia di robottoni giganti che il mondo ricordi.
Ovviamente vincemmo e salvammo il mondo col solo effetto collaterale della distruzione di tutti i grattaciel dell'America del nord (definizione geografica tratta da Risiko).
Viva.

lunedì 19 maggio 2014

Una piccola riflessione attorno allla mediaticità dei media attuali

Punto primo: il titolo è troppo pseudo-intellettualoide; non ci piace. Dopodichè: Ormai quasi tutti hanno una pagina Feisbuc quindi i blog chi li caga più?! Machissenefrega dico io e sfido le leggi della domotica continuando imperterrito a scrivere questo diario vjrtuale che tante gioye sa elargire.
Quest'oggi voglio affrontare un argomento d'attualità di cui nelle ultime settimane si sta discutendo su quasi tutte le testate di livello internazionale e nelle principali trasmissioni tv mondiali, perchè Il blogs è anche Cooltura!
Politica! direte arrogantemente voi... no. Calcio o sporte in generale? proverete timidamente a chiedere allora... no. Macchine?! Azzarderete con falsa sicurezza, giunti a questo punto... no. E allora non resta che la figa! Esulterete dunque trionfanti... ebbene no, miei cari, no. Parleremo del treno: sì, perchè il treno è sempre il treno...
Ci si può salire da soli, in due o in numero che va da quattro + infinito( si fa per dire); in tre-no.
Se ci salgono tre persone di nome Nino diventa un tre-nino.
Se passa dalle parti del Sudtirol diventa un Tren-t-o.
Se viene usato per bloccare un'auto in corsa possiamo dire che funge da treno-a-mano.
Se per sbaglio lo perdi... ma come cazzo fai a perdere un treno?! Mica è tanto piccolo! Frugati bene nelle tasche e la prossima volta sta più attento a dove lo metti.
Se lo prendete ogni giorno diventa proprio un tren tren quotidiano.
Se volete dare delle sberle ai passeggeri affacciati, stile Amici miei antani anche per lei come foste in due o vicesindaco facente funzione di ispettore tombale, assicuratevi che il treno sia in partenza.

E anche oggi abbiamo fatto servizio pubblico AH AH AH AH AH AH AH AHAHAHASHSHAHAHAAAAAAAAAAAARRRRRRGGGGGGGGGGGHHHHHHHH!!!!!!!!!!!



mercoledì 14 maggio 2014

Non vorrei andarci di mezzo io

Era una piovosa mattinata di giugno quando me ne stavo per i fatti miei a raccogliere i coriandoli residui dal carnevale passato, nella piazzetta di 2000 ettari quadrati della mia città (o cittò che dir si voglia), situata all' interno della mia città. All'improvviso una voce alle mie spalle. - Cazzo guardi?!-
Giratomi di scatto basito e perplesso gentilmente rispuosi - Cazzo vuoi tu?!- Signori miei, non l'avessi mai fatto: il tipo era alto almeno 3,5 metri e pesava almeno 3,5 tonnellate. Subito subito tentò di colpirmi con un fendente dell'enorme spadone a 2 mani che egli roteava disinvoltamente con sole tre dita. Schivai rotolando a sinistra, e fui subito in piedi, pronto allo scontro. Purtroppo però mi resi conto di essere disarmato poichè quella mattina, quando ero uscito di casa, non avevo previsto un duello mortale nei miei piani, così optai per una pronta fuga. Mostrandogli agilmente il dito medio, iniziai a correre verso il centro storico della cittò (o città che dir si voglia) per infrattarmi in qualche viuzza appartata e sfuggire all'ira di quell'omone che forse era un tipo gentilissimo ma quella mattina si era alzato col piede sbagliato. Purtroppo fallii miseramente l'intento, perchè mi ero nascosto dietro un palo sottile e si vedeva un pezzetto dei pantalone che usciva, e morii con la testa tagliata di netto. Tutto questo per dire che ora sono in un finto paradiso a far da comparsa in una serie di orride pubblicità del caffè, e per darvi la morale che è questa: non dite mai "Cazzo vuoi tu?!" a persone alte 3,5 mt e dal peso di 3,5 tonnellate.
Alè!

domenica 23 marzo 2014

Una tipica storia da bar

Era pomeriggio inoltrato da un paio d'ore nella piccola metropoli di Merdgrigr e il piccolo Yukito Niganorakesci (nativo del Molise) stava giocando, come ogni giorno, al biliardino nel pub sotto casa con i soliti "amici da bar": Gianni il Merda, Eustfemio Cazzone; Mario e Lollo, detti "Induenonfannouno" e Capitan Sigaretta.
- Passa in attacco, ma non fare la girella; dai, Merda! -
- No, alza gli attaccanti che ora faccio gol col portiere, vai, vai, cazzo! - E il Merda caricò il colpo e tirò...
purtroppo l'imprevedibile effetto del tiro secco da portiere-a-portiere si rivelò più fatale del previsto; la pallina schizzò alta fuori dal campo da gioco e colpì in piena fronte l' armadio a tre ante che stava sorseggiando sussiegosamente il suo orange-moka-frappuccino al bancone.
- Ora morirete tutti - disse questi alzandosi di scatto e ribaltando per la rabbia tutto il bancone, compreso l'espositore delle cipolline e lo scaffale coi regali di Natale.
La situazione si fece all'improvviso critica: i sei amici con le spalle al muro, davanti a loro il bestione rabido e con non pacifiche intenzioni, la poca altra clientela e il barista se l'erano filata (come sempre); per chiamare le forze dell'ordine e salvare quei poveri ragazzi, direte voi? No; per la semplice paura di morire. Iarisatbl, il barista, era un tipo tanto pauroso che aveva costruito un altro bar un paio di vie più in la e possedeva parecchie identità false per iniziare, al caso, un'altra vita sotto copertura (ma sempre come barista).
L'omone era talmente incazzato come un'ape, che il colorito della sua pelle aveva iniziato a virare verso il verde - verde viola, la sua massa muscolare aveva preso a gonfiarsi tanto da strappargli la maglietta e rivelare una struttura micidialmente massiccia e il tipico tatuaggio sul pettorale destro col cuore trafitto da una freccia e la scritta "I love Risi et Bisi" (il tutto disegnato malissimo, tra l'altro). Era divenuto alto più di tre metri e stava continuando a crescere, mentre avanzava verso i poveri disgraziati distruggendo tutto ciò che trovava in mezzo. Fu proprio questa la salvezza dei sei inetti; mentre stavano con le spalle al muro (o, per dirla giusta, al cesso delle donne, chiuso a chiave, con la chiave in tasca al camaleontico barista) e la montagna umana era a pochi cm da loro, crebbe un po' troppo e si ruppe il collo sul soffitto.
La partita potè venir conclusa; il barista non dovette per il momento bruciarsi una delle sette identità false che gli restavano, e il gruppo dei sei fancazzisti da quella volta venne riconosciuto col nome Dievengers, perchè l'energumeno che avevano per così dire sconfitto, si era rivelato poi essere un supercriminale ricercato in tutto il mondo (immaginario del mio gatto).

venerdì 21 marzo 2014

Nius che non ci si crede

In seguito ad un'invasione di bruchi spaziali nel lavandino di casa mia, si è creato un varco spazio-tempo-socialnetwork, grazie al quale ha preso forma la pagina feisbruc di cotanto blog. Non ci credete? Neanche io guardate un po' qui quo qua...
sono senza parole...

BWAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH

mercoledì 12 marzo 2014

Avendo un blog

Che potrebbe anche essere pure un glog (o grog se giocare a Monchi Ailand), volendo. Comunque non è facile essere uno dei comunicatori più in voga ( gli Abbagnale ne sanno qualcosa) del momento, anche perchè un momento passa subito  ma il comunicatore resta (in pace, se non lo disturbano in eterno), e che fa? E che ne so io... ah sì, io so perchè son io, scusate. Ma so di non sapere, quindi mi autoparadosso (o paro un dosso in auto) e vi dico la seguente verità falsa: una delle molte critiche che il mio blog subisce quotidianamente (si sa che chi è al top deve subire continui attacchi; fa parte del gioco... ma io che cazzo c'entro?) è che, per l'appunto (o appuntato se di carabinieri si parla) è poco chiaro, a volte incomprensibilj jvru scrigrrft gj òhjk pj j scherzavo.
Siccome da piccoli quelli come me gli hanno detto che dovevamo studiare perchè un giorno avremmo tenuto le redini del mondo, io ho studiato bloggologia all'università (dei Looney tunes) e subito subito ho iniziato la mia ttività, prima da solista, in seguito con un gruppo punk-rock e poi nuovamente da solista, che è meglio. Se pensate che, sbagliato! Già sul fatto di pensare potremmo star qui squisitamente a disquisire all'infinito, ma siccome l'infinito in quanto tale non è reale, perciò finito un altro litro grazie, allora non lo famo. Stacce, come dicono quelli delle mie parti in un'altra città.
E se poi fossero solo due cose come Vicesindaco, non so se mi spiego? Allora saremmo fottuti davvero. Ma questa mi hanno dato il permesso di scriverla sul bloggo.
Ma peeeerchè? peeeeeeeerchè!? Peeeeeeeeeeeeeeerrrrrrrcccccccchèèè scrivere ste robbe assurde e prive di alcunchè di logica allora, vi state chiedendo, se siete arrivati fin qui? La risposta è: perchè ho visto questo


e tutto il resto è un'inevitabile conseguenza!

lunedì 3 marzo 2014

Una perla letteraria accazzo (dicane)

Con la funzione completamento automatico di gogol, disimpareremo pure a scrivere con la tastiera. Che ficata.

giovedì 20 febbraio 2014

Voci sparse in giro

Non è cosa facile aggiornar uno blog di cotanta importanza, che ne li contenuti dev' esser sempre significativo e mai miserevole. Andate in culo.  Se volete gli scritti, gli scritti avrete; se volete li scarabocchi, li scarabocchi avrete; se volete le fole, le fole avrete; se volete li soldi, no. Cose di più magnerrima importanza ci chiaman ora; andate in culo di nuovo A presto, cari amici e seguitori di tutto ciò che è lo bello della indiretta periferico-telematica docazz.

sabato 15 febbraio 2014

Con-siderazioni sabatomattutine a casaccio completo

Alcuni pensano che la verità sia scomoda. Provate a prendere una taglia di più la prossima volta.
E adesso potrei scrig... scriz... scrivere miglioni di cazzate, ma devo andare al corso di spiedini di panda finanziato dal wwf (uord vrestling federescion), per cui come si dice nella mia terra d'origine, ciò è la Spagna, adiè.


Fir,ato, uno stronzo qualunque che passava di qui e ha trovato pagina aperta su "nuovo post"

giovedì 13 febbraio 2014

Quotidianità moderna (modernità quotidiana)

Ogni sacrosanta mattina il dr. Gatto tenta di fregarmi pigolando supplichevolmente davanti al mobile/dispensa a scomparsa dove sono racchiuse in maniera irraggiungibile le crocchette che tanta gioia sanno dare. Lo fa la prima volta, e quelle gli spettano di diritto contrattuale quindi non c'è problema. Poi lo rifà tre minuti dopo. Tenta di fregarmi. Pensa che me ne sia dimenticato, distratto dallo straziante verso che indica richiesta di cibo in sovrappiù. Io non cedo. Poi lo rifà con ogni individuo che si avvicina al mobile, anche solo se passa di li ma non è la sua meta. Il Dr. Gatto ha studiato psicologia, tra le altre cose; sa come prendere le persone, sa su quali emozioni fare leva e come convincerle a fare ciò che vuole. Il dr. Gatto un giorno vorrà conquistare il mondo e forse per riuscire a perseguire i suoi folli piani di conquista stile Risiko scala 1:1 si alleerà col mignolo e il prof. Nacchio, prof|! Accipoffa aggiungerrei anche e peersino. Apro le persiane e la luce del mondo in questo nuovo giorno inonda le nostre sonnecchiose vite. Io mi preparo per portare avanti, come ogni giorno, la bandiera della cretività cromo-tessile nel mondo; il doc. Gatto si mette in un angolo e fa finta di essere stato sconfitto anche oggi; ma so che in realtà sta cogitando qualche assurdo piano per entrare nel mobile e ottenere accesso illimitato al contenitore delle crocchette. E quando ci riuscirà il mondo dovrà prepararsi ad essere conquistato entro breve. Penso che il Dr. Gatto abbia fatto costruire in qualche mega hangar sotterraneo una serie di giganteschi robot mostri stile pacific rim con cui sferrerà qualche attacco iniziando come sempre da Tokyo. Devo andare a progettare degli enormi mecha... non c'è più molto tempo... vi farò avere a breve mie notizie... spero.



Ma un blog non doveva essere una sorta di diario "personale"; uno strumento col quale uno si racconta agli altri?!... Ma che cazzo di vita faccio io allora?!... Buh?!













Esticazzi?!

martedì 11 febbraio 2014

Sono sicuro che...

- Qaesto (dittongo) blog fa ridere tantissimissimo... solo me;

- Non basta essere iscritti ad un gruppo di creativi su feisbuc per essere davvero creativi ma basta essere iscritti ad un gruppo di cretini per esserlo:

- Se fossi più simpatico sarei meno antipatico;

- Non so scrivere bene ma sono convinto di saperlo fare e siccome la convinzione crea realtà, io so scrivere bene;

-  A questo punto qualcuno avrà già smesso di leggere;

- A voi, mio affezionatissimo pubblico mancano tantissimo le belle storie di una volta (quali?!);

- Che ora è? Le 13.27;

- Stare troppo tempo davanti alla tv fa male, soprattutto se è accesa...  stare dietro potrebbe essere più interessante... a guardare le prese;

- Hhhhssss... Luke, hhhhssss, sonon tuo padre, Hhhhsssss. E adesso escimi tutte le paghette stellari arretrate;

- Spesso ascolto musica di merda. A me piace. Ma è musica di merda comunque;

- Spesso (come sopra ma sostituire "ascolto musica" con "guardo film");

- A tutti quelli che mi vogliono bene: ve ne voglio anche io;

- A tutti quelli a cui vorrei dare dei soldi se ce li avessi: potete darmeli voi se ce li avete... così poi ce li ho io e ve li posso dare:

- Basta;

- Ho rotto il ca...;

- Mo' davvero;












- L'ultima: caccccccccccccccccccccccccccccccccccca!



sabato 1 febbraio 2014

Terminartattack

11 Luglio 1934. Boston. La mia prima esposizione personale nell'ambito dell'avanguardia dell' art-brut. Avevamo preso in affitto un vecchio capanno degli attrezzi sconquassato e vi avevamo allestito, dico avevamo perchè con me c'era anche il mio agente, un cocainomane dai capelli unti e dalle mani grassocce che aveva sempre in tasca almeno mille dollari in contanti e fatevi conto che a quei tempi 1000 dollari era parecchia grana. Avevamo allestito, dicevo, una sala espositiva di circa 1000 MQ all'interno di questo piccolo capanno degli attrezzi; dentro vi avevamo messo di tutto, un po' a casaccio che faceva molto arte d'attacco. Chiamammo la creme della creme della società di Boston di quegli anni: c'erano attori, luminari della scienza e di focus, professoroni-mi-tolgo-il-camice- nientepopò di meno che dell'università Muschitonica, capi delle forze dell'ordine, sbirri corrotti, mafiosi italo-americani e insomma un po' tutte le tipologie stereotipate che si potevano trovare in quel posto in quegli anni. Fu proprio l'osservazione di questi stereotipi che iniziò a farmi venire i primi sospetti che mi portarono infine a capire che stavo vivendo una finzione, una sceneggiata, un baraccone messo su a priori da qualche mente diabolica. Le cose andarono più o meno così: me stavo a fissare uno dei miei quadri facendo finta di essere un visitatore quando mi si avvicina un tipetto con degli occhiali spessi e il riporto unto e mi fa: - Lei dev'evessere sicuramente un intenditore; quello che sta osservando è il miglior pezzo di tutta la mostra -
- Lei come lo sa? - gli chiesi allroa io un po' perplesso e un po' divertito.
- Semplice: io sono l'agente dell'autore e mi dia ascolto compri questo pezzo per solo 9000 dollari oggi e vedrà che nel giro di qualche anno il valore sarà centuplicato-
- Non penso proprio...- controbattei allora sempre più divertito io
- E perchè mai? Osa mettere in dubbio la mia parola di illlllustre critico d'arte con esperienza pluriennale nel settore, disposto a part- time e full time astenersi perditempo?! Se le dico che questo è un eccelsissimo capolavoro, ebbene allora lo è -
- Impossibile.-
- Ma perchè? Ma come? Ma cosa...?-
- Io sono l'autore - gli dissi allora con le braccia incrociate sul petto in segno di fermezza-
- Non è vero, io lo conosco l'autore e posso assicurarle che non è lei - L'ometto negava la realtà... e lo faceva davvero in maniera professionale come solo i veri truffatori navigati sanno fare. Decisi di giocare al suo gioco
- Sì invece, sono io l'autore; mi conosco da quando sono nato e garantisco per me-
- Oh, forse ha ragione; è lei l'autore... quaindi sa perfettamente che quest'opera è qualcosa di grandioso... suvvia la compri, guardi solo perchè l'ha fatta lei, gliela sconto del 20%. Che ne dice?-
- Dico che questa non è nemmeno un opera.-
- Sì che lo è; io di arte me ne intendo e qui ci vedo l'essenza del nulla irrazionale che esplode nelle profondità interiori ventricolari dell'essere primigenio; il fanciullino che torna a sè dopo un percorso meta-iniziatico... con tutti questi colori è come fare un tuffo nelle stelle -
- Sì, a testata contro il fondale però. Quello è lo straccio dove pulisco il pennello.-
A quel punto quel bizzarro e quantomai anomalo ometto fece la cosa più assurda che avessi mai visto; girò la testa dall'altra parte, poi si rigirò a guardarmi come mi avesse visto la prima volta, mi sorrise e mi porse la mano - Piacere, Antioco Snidamartore, capitano del terzo distretto di Wjitechapel - Io gli strinsi la mano perplessissimo e mi presentai come Rugantino Ghirigoro, pittore mancato ed esperto di pastasfoglia fatta in casa. Poi l'ometto si girò e facendo finta di aver visto un conoscente in lontananza si allontanò salutandolo.
Non poteva che essere un simulacro. Era troppo evidente.
Poco tempo dopo organizzai con un manipolo di pochi altri una resistenza armata. Volavamo bassi e ci preparavamo all'attcco che sentivamo imminente, infatti l'anno sucessivo Skynet iniziò la guerra delle macchine contro le la razza umana. Ora siamo rimasti in pochiaaaaaaRRRRGGGGGGGGGGGHHHHHHHH    

venerdì 31 gennaio 2014

Non ancora sparito

So che può sembrare una scusa, peraltro scontata e banale e già detta dalla stragrande maggioranza dei bloggherss di fama mondiale, ma in questo periodo non sto postando perchè dovevo fare altre cose, progetti, persone, sticazzi bla bla bla non c'havevo (con l'acca suona meglio) proprio cazzi. Vabbene?! Ma dopo posto qualcosa perchè il mio c'èrvello si è tutto auto-tempestato di idee merdavigliose da propinarvi sotto forma di idee di merda. A dopo

domenica 19 gennaio 2014

Perle false alla spicciolata

Ed ecco alcune considerazione che un bambino di 5 (sette) anni le faceva più profonde, soprattutto con l'ausilio di un piccolo escavatore giocattolo:

- In un sistema di riferimento cane - guinzaglio - padrone il più delle volte il maggior stato di coscienza è rappresentato dal guinzaglio.

- I gatti, e solo i gatti, hanno la capacità di dormire con stile in qualsiasi posto assurdo.

- Siccome non sono bravo a scrivere e a comunicare ho deciso di tenere questo blog.

- Ho scoperto il modo di diventare ricco in poco tempo; se mi fate un bonifico di almeno 50.000 euri e siete almeno in cento, vi svelo questo segreto.

- In questo spazio potrei recensire un film, ma non ho la benchè minima idea di farlo.

- Questo blog è pieno di errori ortografici.

- Sarò talmente breve che ho finito.


lunedì 13 gennaio 2014

Il centesimo post!

Ed è con malcelato orgoglio che il vostro affezionatissimo vuole festeggiare assieme a voi, fedeli seguitori di cotanto blog, il centesimo post; avete capito ben, proprio il centesimo post! Purtroppo mi sono accorto di essere arrivato al centesimo post quandoho visto il centottesimo. Quindi, come si dice a casa mia: passa il santo, passa la festa. È stato bello, grazie di aver partecipato in tanti ed entusiasti, ci vediamo per la festa del duecentesimo, se me ne accorgo in tempo, ovviamente.

La sonatina del campanellino

Oggi approfondiamo un tema sociologicamente intricato ma anche intrigante; con tutti i problemi che ci sono nel mondo (che poi si riconducono tutti solo e unicamente al fatto che siamo delle testedicazzo) noi abbiamo scelto l'annosa questione del campanello, o citofono che dir si voglia.
Quante volte ci siamo trovati nell'imbarazzante situazione di non saper rispondere alla fatidica domandina "chi è ?" rivoltaci da una voce invisibile e talvolta gracchiante o discontinua che esce da quel citofono che noi, solo pochi secondi prima, abbiamo così agilmente e vigorosamente suonato? Quante volte ci siamo accorti di essere degli imbecilli perchè non abbiamo pensato prima alla risposta da dare e per questo ci siamo trovati a biascicare patetiche spiegazioni sconnesse davanti ad una griglia di metallo? Quante volte abbiamo fatto la figura dei cretini parlando per buoni cinque minuti in mezzo alla strada di giorno o di notte, col sole o sotto la pioggia, col vento, con la grandine, con la neve, inseguiti da un controllore del bus che voleva darci la multa perchè abbiamo viaggiato senza biglietto e siamo scappati a gambe levate dopo avergli detto che ci chiamiamo Ajeje Brazorf?

DRIIIINNNN
- Sì, chi è? -
- Ah... sì... sono Eutorghigo... -
- Chi?!-
- Eh... sono l'amico del fidanzato della cugina dell'ex compagna di università della Isanda...-
- Che!?!?-
- Uh... sì... sono quello che doveva passare a prendere il portatile che si è dimenticato l'altro ieri il Mindicro, il fratello della Elindinarda, quella che pattinava con il cognato del vicino del figlio del Ginaio Macroti, quello che aveva il tabacchino due vie più in là fino al mese scorso e poi ha chiuso perchè non ce la faceva più a pagare le tasse... -
- Ah, sì; ho capito, scusami. Sali, sali -
CLICK

Ebbene signori, oggi voglio svelarvi il modo per far sì che scene pietose di questo tipo non si ripetano mai più! Come mi ha fatto notare una volta un mio caro amico, basta rispondere sempre e comunque "io". Sembra una stronzata ma probabilmente con questo sistema si riuscirebbe ad entrare pure a  Fortnocs, ma non chiedetemi perchè funziona perchè non lo so!

DRIIINNNN
- Sì, chi è  ? -
- Sono io -
- Sali -
CLICK

giovedì 2 gennaio 2014

Due post in un giornononcicredomica

...e invece; è vero che ho iniziato questo post subito dopo quello precedente, ma intanto è passato un giorno prima di finirlo... e meno male che scrivo cazzate...

Da circa tre mesi mi ero rinchiuso in uno chalet di montagna per forzarmi di portare a compimento entro la data prevista i quadri per la mostra che il mio agente aveva organizzato al museo d' artbrut contemporaneamente retrò di New Kozina. Avevo scelto proprio la montagna nella stagione invernale perchè, come tutti sanno, è ideale dipingere paesaggi con la neve, in primo luogo perchè tutti i suoni sono ovattati e poi perchè è più facile in quanto il quadro è quasi tutto bianco con poche linee per i tetti delle case e riesci a fare un quadro completo in un paio d'ore. Per il momento stava andando abbastanza bene; dal mio arrivo in quella catapecchia a cinque stelle senza camino ero già riuscito a finire quasi una tela dal titolo "il mare in estate", così quella mattina decisi di andarmene a fare un giretto per il paese. Mi diressi subito verso la tipica hostaria da "plasticman baffo" per un bicchiere di sciroppo di sambuco aromatizzato al tarassaco, ma fatti pochi metri mi fermò un tipico turista tedesco con le calze sotto i sandali e mi chiese se conoscevo un negozio di ubumba perchè le sue calzature, disse, forse non erano il massimo per camminare nella neve a 18 gradi sottozero. Lo indirizzai così verso una rivendita di petardi e mammuth i quali, lo rassicurai, non erano proprio proprio uguali agli ubumba ma sarebbero andati bene comunque.
Mi guardai indietro e vidi con stupore che tutto era esploso in un pulvuiscolo polveroso di fiocchi bianchi, in altre parole nevicava ma così tanto che aveva disintegrato tutto il resto, così dovetti prendere la mia motoslitta e tornarmene nel mio studio a Los Angela per tentare di terminare le opere. Putroppo una volta sul posto scoprì che aveva nevicato anche in città e il mio agente si era trasformato in un enorme pupazzo di neve malvagio che aveva tentato di ditruggere la città finchè non era intervenuto uno Jaeger, un enorme robotttone mecha comandato da due piloti interconnessi in drift completamente ubriachi di amaro che fecero più danni loro del pupazzone (che in quanto fatto di neve si disintegrava da solo quando tentava di colpire i palazzi, senza danneggiarli). Vista la piega degli eventi abbandonai la pittura e mi feci assumere come ingegnere riparatore di robottoni con diploma a punti online.
E questo è tutto.
  

mercoledì 1 gennaio 2014

Pubblico disservizio di inizio anno

Come già saprete l'intento di questo blog è in prima battuta quello di fare informazione e pubblico servizio tantochè è ormai divenuto, visto il numero di accessi quotidiani, punto di riferimento per l'intero circondario di casa mia. Proprio per questo oggi noi di Ideeedeliri, cioè io, vogliamo, cioè voglio, portare all'attenzione quanta saggezza risieda nei detti popolari che solitamente usiamo nei discorsi comuni senza renderci conto del bagaglio culturale in cui andiamo inconsapevolmente, e anche un po' a cazzo direi, a pescare a piene mani solo per fare bella figura con la tipa da rimorchiare o col capo per dare una leccatina che non sta mai male, diciamocelo che alla fine vogliamo solo fare carriera anche a costo di rullare alle spalle e senza pietà i colleghi con cui facciamo finta di essere amiconi tanto da andare a cena da loro a vedere le diapositive ('na roba vecchia tipo Aifon ma più voluminosa) delle vacanze del '73, cazzo!
Comunque i due proverbi di oggi sono:

1)  Da piccoli eravamo tutti simpatici

2) Non me lo ricordo più

Buon primo dell'anno pigne in culo che siete carissimi fruitori di queto munifico blog!!!

p.s. forse prima o poi riescirò a farmi un profilo feisbuc. Bah!